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Unità Pastorale di Botticino

Basilica Minore di Botticino Stampa E-mail
Scritto da Don Raffaele   
DAL DECRETO «Domus ecclesiae» SULLE NORME PER LA CONCESSIONE DEL TITOLO DI BASILICA MINORE 

«La casa della chiesa» o casa di Dio e della comunità cristiana è sempre stata uno dei principali segni della santa Chiesa stessa, la sposa di Cristo, che è presente e in cammino nel mondo. 
La sua bellezza e il suo splendore, al pari della sua idoneità allo svolgimento delle celebrazioni liturgiche, sono stati regolati in tempi diversi con opportune norme. 
Fra le chiese di una Diocesi il primo posto e la maggiore dignità spettano alla cattedrale, nella quale è collocata la cattedra, segno del magistero e della potestà del Vescovo, Pastore della sua Diocesi, e segno della comunione con la cattedra romana di Pietro. Seguono, poi, le chiese parrocchiali, che sono sedi delle varie comunità della Diocesi. Vi sono, inoltre, i santuari, ai quali vanno in pellegrinaggio i fedeli della Diocesi e di altre Chiese locali. 
Fra queste chiese e altre di diversa denominazione ce ne sono alcune dotate di una speciale importanza per la vita liturgica e pastorale, che possono essere insignite dal Sommo Pontefice del titolo di «Basilica Minore», mediante il quale viene espresso un particolare vincolo con la Chiesa di Roma e il Sommo Pontefice. 
Le norme sulle Basiliche Minori sono state disposte, dopo il Concilio Vaticano II, con il decreto «Domus Dei» promulgato il 6 giugno 1968 dalla Sacra Congregazione dei Riti (Acta Apostolicae Sedis 60 [1968] 536-539). 
Tenuto conto dei documenti liturgici più recenti e dell’esperienza maturata negli anni, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ritiene opportuno adattare le suddette norme alle odierne circostanze, come segue. 

CONDIZIONI PER OTTENERE IL TITOLO DI BASILICA MINORE 

1. La chiesa, per la quale si chiede il titolo di Basilica, deve essere dedicata a Dio con rito liturgico e risultare in Diocesi un centro di attività liturgica e pastorale, soprattutto per le celebrazioni della Santissima Eucaristia, della Penitenza e degli altri sacramenti, che siano esemplari quanto a preparazione e svolgimento, nella fedele osservanza delle norme liturgiche e con l’attiva partecipazione del popolo di Dio. 
2. Affinché si abbia effettiva possibilità di svolgere celebrazioni degne ed esemplari, la chiesa deve avere una conveniente grandezza e una sufficiente ampiezza del presbiterio. I vari elementi richiesti per la celebrazione liturgica – altare, ambone, sede del celebrante – siano collocati secondo le esigenze della liturgia rinnovata (cf. Ordinamento generale del Messale Romano, nn. 288-318). 
3. La chiesa goda di una certa rinomanza in tutta la Diocesi, ad esempio perché è stata costruita e dedicata a Dio in occasione di qualche particolare evento storico-religioso o perché in essa è custodito il corpo o una reliquia insigne di un santo, oppure perché vi si venera in modo particolare qualche immagine sacra. 
Si considerino anche il valore della chiesa, ossia l’importanza storica e la sua bellezza artistica.  
Si richiede, inoltre, un sufficiente numero di ministranti e una appropriata corale, per favorire la partecipazione dei fedeli anche con la musica e il canto sacri. 

IMPEGNI E DOVERI PROPRI DELLA BASILICA IN AMBITO LITURGICO-PASTORALE 

1. Nella Basilica Minore si promuova la formazione liturgica dei fedeli, istituendo gruppi di animazione liturgica, corsi speciali di istruzione, serie di incontri e iniziative analoghe. 
Fra le attività della Basilica si dia molta importanza allo studio e alla divulgazione dei documenti del Sommo Pontefice e della Santa Sede, soprattutto quelli riguardanti la sacra liturgia.
2. Grande cura sia riservata alla preparazione e allo svolgimento delle celebrazioni dell’anno liturgico, in particolare nei tempi di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua. 
In Quaresima, dove si conserva la forma tradizionale della convocazione della Chiesa locale nella forma delle «stazioni» romane (cf. Messale Romano, rubrica all’inizio del tempo di Quaresima; Cae-remoniale Episcoporum, nn. 260-262), si raccomanda vivamente la scelta della Basilica per la celebrazione di tale «stazione». 
Si annunci con impegno la parola di Dio sia nell’omelia sia in predicazioni straordinarie. 
Si promuova la partecipazione attiva dei fedeli sia nella celebrazione dell’Eucarestia sia nella celebrazione della Liturgia delle Ore, soprattutto le Lodi e i Vespri. 
Inoltre, si coltivino debitamente le forme approvate di pietà popolare. 
3. Poiché l’azione liturgica assume una forma più nobile quando è svolta in canto, si abbia cura che i fedeli partecipino al canto delle diverse parti della Messa, in particolare di quelle che si trovano nell’«Ordinario» (cf. Sacrosanctum Concilium, n. 54; Istr. Musicam sacram, del 5 marzo 1967). 
4. Per rendere manifesto il particolare vincolo di comunione che unisce la Basilica Minore e la Cattedra romana di Pietro, ogni anno si celebri con particolare cura: 
– la festa della Cattedra di san Pietro (22 febbraio); 
– la solennità dei santi Pietro e Paolo, apostoli (29 giugno); 
– l’anniversario dell’elezione o dell’inizio del supremo ministero pastorale del Sommo Pontefice. 

CONCESSIONI ANNESSE AL TITOLO DI BASILICA MINORE

 I fedeli che visitano devotamente la Basilica e che in essa partecipano a qualche rito sacro o almeno recitano il Padre nostro e il Credo, alle solite condizioni – Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice – possono ottenere l’indulgenza plenaria: 
– nel giorno anniversario della dedicazione della Basilica; 
– nel giorno della celebrazione liturgica del titolare (15 agosto Assunzione); 
– nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, apostoli (29 giugno); 
– nel giorno anniversario della concessione del titolo di Basilica (20 maggio); 
– una volta all’anno nel giorno stabilito dall’Ordinario del luogo; 
– una volta all’anno nel giorno liberamente scelto da ciascun fedele.  
  Sugli stendardi, sulla suppellettile, nel timbro della Basilica potrà essere usato il segno pontificio delle «chiavi decussate». 



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