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Unità Pastorale di Botticino

CRONACA DI UN AVVENIMENTO Stampa E-mail

Riposizione del corpo di Sant’Arcangelo Tadini nella nuova urna

 A distanza di qualche mese del grande evento della Canonizzazione di Sant’Arcangelo  è  giunto il momento in cui la Congregazione delle Suore Operaie della santa casa di Nazareth desse il corpo di don Arcangelo Tadini alla Basilica-Santuario di Botticino Sera. Si è maturato l’evento con qualche sofferenza, ma poi serenamente c’è stata la disponibilità a porre un segno di comunione verso la Chiesa, la nostra Diocesi e in particolare verso la Chiesa che vive a Botticino, essendo stato parroco per 25 anni in questa comunità cristiana.
 La ricognizione si è svolta nel pomeriggio del 29 ottobre nella Cappella della Casa Madre ,dove si è raccolta la comunità religiosa delle suore e la partecipazione di numerosi laici. Alla presenza del tribunale ecclesiastico nominato dal Vescovo Luciano Monari nelle persone di: mons. Ivo Panteghini, Delegato del Vescovo, don Santo Matteo Ongaro, Promotore di giustizia, suor Mariaregina Biscella, Notaio Attuarlo, don Raffaele Licini, Testimone, madre Emma Arrighini, Testimone, architetto Graziano Ferriani, Testimone, dottor Giampaolo Smillovich, Medico Legale, si è proceduto all’apertura dell’urna ed eseguita l’operazione di spostamento delle ossa del santo per collocarle nell’urna nuova realizzata dallo scultore Cesare Monaco.
 E’ stato un momento di grande fede e toccato dall’emozione, perché preparato nella preghiera con l’invocazione delle Litanie dei Santi, la lettura di un brano della Lettera di S.Pietro ( 1 PT.14-19) e un breve sermone di Mons. Panteghini che ha sottolineato nel ritorno in Basilica del corpo di Sant’Arcangelo,  la positività del dono per un impulso alla devozione  che rafforzerà la fede nelle tante persone che ricorreranno a lui.
 Sant’Arcangelo, come Fondatore delle Suore Operaie è in Casa madre nelle sue reliquie rimanste nella ‘vecchia’ urna, ora reliquiario, e nel suo spirito che continuerà a sostenere le suore nell’impegno di santità, di testimonianza, di evangelizzazione e comunione.

Traslazione dell’urna di Sant’Arcangelo Tadini dalla chìesetta di San Michele alla Chiesa Parrocchiale

 Molta gente staziona nel cortile e nella veranda di Casa Madre delle Suore Operaie in attesa dell’inizio della funzione. Vi sono Alpini, chierichetti, le suore con la madre generale, mons. Ivo Panteghini (che presiede la funzione), il parroco don Raffaele, don Ungaro (vice cancelliere), don Costante, don Gianni, don Mauro, il diacono Pietro ed il diacono di Rezzato.E’ l’ultima giornata di ottobre e alle ore 19 c’è già buio. La serata non è fredda e si intravvede la luna. Inizia la processione con davanti il gonfalone del comune e la presenza del sindaco Mario Benetti e vice sindaco Edoardo Greco. Dietro le suore, i chierichetti, i sacerdoti, l’urna del santo vien portata sulle spalle dagli alpini, quindi la folla numerosa con flambeaux. Si inizia con le litanie dei santi e ci si incammina pregando e cantando lungo le vie che conducono alla chiesa parrocchiale. Le strade sono addobbate e ornate da lumini accesi. Si risale a ritroso il percorso fatto più volte da don Tadini, di buon mattino, quando si recava a visitare le sue suore ed intensa è stata l’emozione nell’ udire le campane suonare a festa mentre l’urna superava la soglia della chiesa. La corale intona l’inno: “Io sono ambasciatore povero”, quindi inizia la solenne celebrazione della messa con le letture del giornata dei Santi. Nell’omelia mons. Ivo Panteghini, riferendosi a don Tadini parroco, parla del “ritorno a casa del Buon Pastore” e di un sacerdote che ha segnato la storia della sua comunità. Con la festa di “Tutti i Santi” si propone all’umanità gli elementi distintivi della santità e cioè: il dono della bellezza, della bontà, della verità. Purtroppo questi doni di Dio tendono ad essere offuscati e contaminati da mode che si rifanno a simboli di paura e di morte. Don Tadini è stato invece uomo buono, uomo della compassione, uomo di verità. La celebrazione prosegue ed al termine prende la parola Madre Emma a nome delle Suore Operaie esprime sentimenti di commozione per il ritorno del Santo nella sua chiesa. Sottolinea il significato del dono che le suore fanno alla parrocchia delle spoglie del santo rifacendosi alle parole stesse pronunciate da Lui ai suoi parrocchiani all’inizio del suo mandato: “Starò con voi, vivrò con voi e resterò con voi per sempre.”
 Quindi prende la parola il sindaco Mario Benetti per dire che, dopo l’avvento dell’Unità Pastorale, don Tadini diviene il santo di tutte le tre le parrocchie di Botticino. Quindi, l’urna, opera dello scultore Cesare Monaco, viene deposta sull’altare dedicato a don Tadini. In alto fa bella mostra la nuova pala dell’ artista armeno-americano Yuroz, definito anche l’artista della compassione.

G.P.Biemmi

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