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Unità Pastorale di Botticino

Le ragioni del matrimonio Sacramento Stampa E-mail

 L’evangelica “Bella Notizia” brilla ancora nel matrimonio sacramento, ma spesso il contesto odierno e addirittura le coppie di sposati in Cristo non lasciano passare questa luce, coprendo di cupe incrostazioni e di veli di trascuratezze il dono ricevuto nella Chiesa. Lo scopo di questi brevi pensieri sarà quello di mettere in evidenza questo tesoro nascosto e dare voce a quel Gesù troppe volte imbavagliato nell’amore umano tra un uomo e una donna.
LA SITUAZIONE
 Capita non di rado, infatti, di confrontarsi con opinioni che ritengono che non ci siano grandi distanze tra convivenze more uxorio, matrimonio civile e matrimonio sacramento. A questi modi di pensare e di rapportarsi con la realtà coniugale è urgente rispondere non con frasi fatte o proclami calati dall’alto, ma con la fatica di mostrare le ragioni di un pensare e di un vivere differente, qualitativamente migliore. Annunciare e testimoniare devono essere intimamente uniti.
Per evitare di confondere continuamente le questioni, gettando ogni cosa nell’ unico calderone dell’indistinto, è necessario mettere bene in chiaro alcune questioni cruciali.
Prima di tutto, distinguere non significa discriminare, ma appunto riconoscere le legittime differenze, in vista di instaurare relazioni basate sulla libertà e sul reciproco rispetto. L’identità di ogni legame, poi, è il naturale fondamento di ogni comprensione e discussione successiva.
LA DIMENSIONE RELAZIONALE SPECIFICA E ORIGINALE
 L’unione coniugale è un’esperienza totalizzante, di vita e di amore, che si basa sulla complementare differenza tra uomo e donna, ovviamente vissuta in un legame del tutto specifico e originale. Infatti, pur nei limiti umani e nelle fatiche di ogni periodo storico, tutte le coppie animate da amore sincero e maturo desiderano un’unione completa, unica, duratura e feconda.
La ratio del matrimonio è allora insita nel cuore di ogni uomo e donna, i quali vogliano costruire dei legami coniugali. Che poi tutto questo possa avvenire o meno è un’altra questione, legata alle libere scelte, alle fragilità personali e culturali, ad accadimenti storici, ecc.
Il matrimonio non è solo una vita in comune, anche se ovviamente la comporta; piuttosto è un modo specifico e originale di vivere insieme tra un uomo e una donna. Come dire: non tutte le unioni di coppia sono matrimonio, ma sicuramente tutte le persone coniugate dovrebbero vivere in comunione. E’ poi su questo legame di unità che si specificano molte differenze, dal momento che solo nel matrimonio si offre e si chiede tutta la vita, per sempre e solo con una particolare persona, iniziando con un patto di alleanza pubblico e giusto.
LA DIMENSIONE SOCIALE
 Infatti, non essendoci niente di più societario dell’unione di due sposi, diviene gioco forza il costruire strutture e istituzioni che aiutino, educhino e proteggano, nella fondazione e nel mantenimento dei legami che volontariamente i singoli hanno voluto stabilire. Ogni società ha sempre riservato a sé la possibilità di stabilire, normare o quantomeno di riconoscere le unioni matrimoniali, distinguendole chiaramente da altro. Il matrimonio tra un uomo e una donna precede ogni costruzione societaria e ogni codice normativo, dal momento che nasce dalla stessa natura umana e si sostanzia di leggi scritte in tutte le persone. In quanto tale, è a fondamento di ogni società, ma anche ne fa parte, nel difficile equilibrio tra norme della natura, convinzioni - scelte intime degli sposi, regole generali del vivere comune.
La stabilità del legame, vincolo d’amore, è fonte di pace, di sicurezza e di futuro. Infatti, tutte le inquietudini della solitudine o della ricerca della persona con cui condividere la vita intera, con le tante domande e dubbi della scelta, trovano buon fine, in un clima di rappacificazione. Come dire: “Finalmente ho intrapreso la strada giusta”. Si diviene certi del passo compiuto, oltre che per tutte le dovute ragioni intime e personali, anche per il fatto che la società e la Chiesa hanno accolto, confermato, il matrimonio validamente celebrato. Una solidità data, ma anche continuamente da rafforzare e rinnovare; mai da mettere in discussione. Il domani è più speranzoso, quando il presente è certo e forte. Da qui è possibile veramente costruire, ovvero formare una famiglia.
LA DIMENSIONE DELLA GIUSTIZIA
 A fondamento dell’amore coniugale c’è la giustizia, sia come valore relazionale naturale, che come norma positiva, sancita da un legislatore e fissata in un codice. L’unione, solo apparentemente poco armoniosa tra questi due elementi, dice che l’amore non può sorgere da ingiustizie e nemmeno crearne. Il diritto e la regola sono un aiuto necessario per salvaguardare gli elementi o i momenti più deboli della coppia, nonché per educare e supportare i legami stessi. Infatti, se da una parte il legame coniugale comporta di essere vicendevolmente
“disarmati”, dall’altra, si diventa necessariamente bisognosi di una protezione specifica. Sarebbe fuori dalla realtà e puramente ideologico pensare che bastano le intenzioni di bene per vivere davvero bene!
LA DIMENSIONE DEL LINGUAGGIO SESSUALE
 La sessualità, come linguaggio d’amore attraverso le diversità e originalità complementari di maschio - femmina, trova nel matrimonio il suo alveo pienamente umano e rispettoso della dignità di ciascuno, il suo sbocco più completo e benefico (meno doloroso), speranzoso e portatore di frutti. Ogni dimensione della persona e tutto l’arco temporale della vita terrena possono essere vissuti con un legame sessuale altamente appagante per entrambi e coerente con l’identità, la dignità dell’essere umano. Nel matrimonio, la sessualità è linguaggio di comunione dei diversi, mentre il passare del tempo non diminuisce, ma semmai accresce il vincolo d’amore. Finalmente, il discorso d’amore tra un uomo e una donna possono andare fino alla fine, senza interruzioni, protezioni e distanze, manchevolezze e rincrescimenti. É possibile vincere l’egoismo nel dono reciproco e nell’accoglienza generosa di nuove vite. L’amore tra sposi non consuma; al contrario, fa crescere e porta vita!
LA DIMENSIONE DEL SACRAMENTO
 Con chiarezza e rara incisività, nel diritto della chiesa, così si parla del matrimonio cristiano:
“Il patto matrimoniale con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento” (Can. 1055).
La ragione prima del matrimonio sacramento nasce dal fatto che tutti i cristiani sono battezzati nella morte e risurrezione di Cristo, partecipano cioè della sua vita nuova, sono incamminati verso la vita eterna, che già possono pregustare nella fede. La sacramentalità dice riferimento alla grazia (dono divino efficace) dell’indissolubilità del legame, perché vissuto e gettato in Dio, nella sua fedeltà. La vita divina nell’amore coniugale, non solo dà buon inizio al matrimonio, ma è costante e salutare presenza, soprattutto da ricercare nei momenti di maggiore fatiche e sofferenze.
La natura umana è compresa e rinnovata, motivo per cui l’unione naturale tra un uomo e una donna, diviene del tutto assunta, ma anche completata in maniera sovrabbondante. Chiosando S. Paolo, non possiamo vivere da creature vecchie, dal momento che Cristo ci ha già redenti; pratichiamo, allora, le opere dello Spirito, allontanandoci da quelle della carne. Come l’antica coppia dei progenitori era immagine e somiglianza di Dio, così, nella creazione rinnovata, la coppia di sposi cristiani è presenza viva e vera del Redentore, chiaro riflesso dell’unione di Cristo con la sua Chiesa! Ecco perché, tra cristiani, il matrimonio è assunto alla dignità di sacramento, segno e strumento di salvezza.
La grazia ricevuta sostiene e porta a compimento i beni propri del matrimonio, facendone scopo e strumento di santificazione: il cammino di santità, il bene degli sposi e quello dei figli.
Non ci si sposa, quindi, solo in ragione di questioni “semplicemente umane” (istinto-sentimento-raziocinio-volontà-corporeità-mode culturali-necessità storiche-ecc.), ma per il fatto che siamo di Cristo, a motivo della Speranza che abita in noi, la fede.
LA DIMENSIONE SPIRITUALE: FEDE E AMORE.
 Il dono della vita divina, ricevuto nel giorno del Battesimo e poi maturato nel tempo, è per avere vita piena, ossia felice ed eterna. Si parla, quindi, di chiamata all’amore, disegno di bene su ciascuno di noi da parte di Dio, che è Amore.
La fede cristiana è capace di raccogliere tutta la persona, le specifiche dinamiche umane (fiducia, affidamento, confidenza, abbandono) e l’imprescindibile dimensione di comunione di popolo (famiglia di Dio – famiglia umana). Ma prima di tutto essa è dono di Dio, presenza di Cristo in noi e nostra risposta a Lui. Se la fede è legame – presenza con la fonte della Vita e dell’Amore, mi chiedo come ci si potrebbe sposare senza Cristo, amarsi senza Amore, fidarsi senza il Fedele!?
Gli sposi cristiani nel patto di Alleanza coniugale chiedono che l’Amore salvifico di Dio, manifestatosi pienamente in Cristo, abiti sempre in loro e tra di loro. Questa è chiamata alla santità, dal momento che per vivere da santi, bisogna stare con il Santo; ebbene, coloro che ricevono il sacramento del matrimonio, vivono la strada di santità nel loro stesso amore.
Ci si sposa cristianamente perché ci si ama in maniera pienamente coniugale e, in questa comune volontà, perché si vuole vivere – amare per sempre, vittoriosi sul peccato e sulla morte, legati a Cristo Risorto. E’ questo tipo di Amore che ci salva; nessun altra speranza può essere più certa di questa: la Sua misericordia è senza limiti!
don Giorgio Comini, segretariato diocesano pastorale familiare

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