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Unità Pastorale di Botticino

Meno messe, piu’ Messa Stampa E-mail
Scritto da Don Raffaele   

La consuetudine di far celebrare S.Messe in suffragio dei defunti è profondamente radicata nelle nostre parrocchie.
Un decreto del vescovo Monari ribadisce alcune regole per la corretta applicazione delle intenzioni che andranno in vigore in tutta la diocesi a partire dal 1° gennaio 2010.

Celebrazioni eucaristiche. Intervista al Cancelliere della Diocesi di Brescia don Marco Alba.sun nuovo decreto del Vescovo

LA MESSA E’ SEMPRE UN EVENTO COMUNITARIO

.a cura di Angelo Onger
 
 IL Vescovo, in data 30 novembre 2009, ha emanato un decreto, il cui testo pubblichiamo integralmente nella pagina seguente, per mettere ordine in materia di Messe plurintenzionali, cioè le Messe cui viene applicata più di una intenzione. Sulla genesi, le finalità e il significato del provvedimento, abbiamo interpellato il cancelliere della diocesi, don Marco Alba. Gli abbiamo chiesto innanzitutto come è nata la decisione di varare un decreto. “Bisogna premettere che il sistema attuale è in vigore dal 1992, quando mons. Bruno Foresti applicò con un suo decreto la possibilità data dalla Santa Sede per la celebrazione delle Messe plurintenzionali. Il decreto con il quale Vescovo ha introdotto le regole sin qui vigenti ribadiva i principi stabiliti all’epoca dal citato decreto della Congregazione per il clero, vale a dire che la possibilità di tali celebrazioni era condizionata dal rispetto di alcuni criteri. In particolare chiedeva che venisse mantenuta la finalità solidale nei confronti dei sacerdoti in necessità e anche delle diocesi bisognose. Si considerava tale concessione del tutto eccezionale e in tal senso si considerava inalterata la tradizione secolare di far corrispondere a ogni singola offerta, una singola intenzione per una singola Messa, anche per evitare qualsiasi parvenza di lucro. Fatte queste premesse, si concedeva il permesso, in caso di eccedenza delle intenzioni rispetto alle celebrazioni, di applicare più di una intenzione due volte alla settimana, previa richiesta presentata al Vescovo”.
Cosa è successo perché il Vescovo attuale avvertisse il bisogno di emanare un nuovo decreto? “Si è determinata, con l’andar del tempo, una situazione non più rispondente alle regole. Di fatto solo un numero limitato di parrocchie chiedeva il consenso del Vescovo e, soprattutto, è diminuito fino a esaurirsi il contributo di solidarietà nei confronti dei sacerdoti anziani o comunque senza intenzioni. Una attenta valutazione dei fatti ha portato alla conclusione che quello che doveva essere un regime straordinario si è alla fine trasformato in regime ordinario. Dopo un percorso di valutazione della realtà, che ha coinvolto insieme al Vescovo i suoi più stretti collaboratori, il Consiglio episcopale e quello presbiterale, si è ritenuto necessario che venissero ribaditi e applicati i principi generali, che giustificano la celebrazione delle Messe plurintenzionali come una disciplina eccezionalee non ordinaria. Essenzialmente il decreto del Vescovo sancisce che non saranno più concesse alle parrocchie nuove autorizzazioni o rinnovi di autorizzazioni per la celebrazione di Messe plurintenzionali a partire dal 1° gennaio 2010; che eventuali intenzioni già raccolte nelle parrocchie autorizzate per la celebrazione di Messe plurintenzionali dovranno essere regolarmente soddisfatte durante l’anno solare 2010; che nelle parrocchie in cui vi è eccedenza di intenzioni il parroco è invitato a versare dette intenzioni presso la promotoria della Curia diocesana, aiutando i fedeli a comprendere il profondo significato ecclesiale di un tale gesto di comunione e carità verso la Chiesa locale e universale. Inoltre il Vescovo ribadisce il valore del principio già espresso nella nota a margine del cilato decreto di mons. Foresti del 1992, in cui si ritiene opportuno che la citazione del nome del defunto venga omessa nel canone durante la celebrazione delle Messe prefestive e festive, al fine di favorire nei fedeli una partecipazione sempre più responsabilmente comunitaria. E per sottolineare l’importanza di questo punto, lo ha inserito nel decreto”. Dal momento che certe abitudini scorrette sono diffuse, non ci sarà qualche difficoltà a correggerle? “Certamente i cambiamenti hanno bisogno di essere accompagnati da un’opera ‘educativa”. In questo caso si tratta di far capire che la Messa non è mai un fatto privato, ma una celebrazione comunitaria, fondata sulla comunione con Dio e con il prossimo, e quindi aperta all’universalità della Chiesa”.

 

 


 

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