Unità Pastorale di Botticino

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Gruppo Presepio

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l Natale ha molti volti, tanti quante sono le sue rappresentazioni simboliche! Ed invero ce ne sono innumerevoli:
esistono figurazioni storiche e culturali del Natale, ma anche popolari, certe rappresentazioni sono divenute colorate e sfavillanti, molte hanno assunto il carattere di riti nazionali, altre, invece, sono “abitudini di importazione“.
Per di più non mancano mai le “mode natalizie”, quei fenomeni di costume che caratterizzano le singole annate.

Per chi vive il natale con Spirito Cristiano il presepe è tra tutte le immaginazioni natalizie la rappresentazione più carica di senso e valore.

Che cos’è un presepe?
È la ricostruzione della nascita di Gesù, la descrizione dell’avvento.
È un fenomeno culturale tra i più complessi e belli che esistano, in esso si assommano il sapere storico – religioso e le credenze locali.

In molti luoghi della nostra Italia il presepe è divenuto una espressione culturale, a Napoli lo è in modo assai particolare. Grazie agli artigiani del presepe, che nel cuore della città hanno fatto di San Gregorio Armeno la loro strada, la tradizione presepiale partenopea è cresciuta e divenuta famosa in tutto il mondo. Napoli si impone come la culla del presepe italiano perché per prima la cultura presepiale napoletana ha praticato e curato la costruzione e l’introduzione nel presepe di “statuette popolari”.
È a Napoli che nacque Ciccibacco, il venditore ambulante di vino, simbolo del Diavolo Tentatore, è partenopea l’idea di introdurre tre le casette di sughero del presepe l’osteria ed i suoi avventori, rappresentazione della tentazione.

Ma dove nasce il presepe?
Non tutti sanno che il presepe è figlio della nostra Italia.
Non tutti sanno che questa meravigliosa celebrazione del Miracolo dell’Avvento è figlia di San Francesco d’Assisi, fu lui, il Santo della Natura e dell’Umiltà, a riportare innanzi agli occhi dei fedeli l’immagine Sacra della Nascita di Gesù Bambino.
Il primo presepe fu quello di Greccio realizzato nel 1223 e fu un presepe vivente.

La tradizione dei presepi in legno, carta pesta, creta è solo successiva ed arriva dopo l’iconografia presepiale, ovvero solo dopo molte rappresentazioni pittoriche della natività. Diverse sono state le figurazioni importanti come quella del Botticelli nell’ “Adorazione dei Maggi” – attualmente a Firenze presso la galleria degli Uffizi –


Quale valore simbolico porta con sé il presepe?
Mentre l’albero, le palline natalizie, i fili d’angelo e le stelle possono considerarsi semplici simboli augurali, il presepe ha – non solo per i credenti – un valore profondamente morale:
rappresenta il miracolo della vita, la speranza nel futuro, la venuta dell’Amore.

È carico di simboli provenienti dai vangeli:
la mangiatoia, l’adorazione del piccolo Gesù e gli Angeli nel cielo si ritrovano nei vangeli di Luca.
Il manto azzurro di Maria, rappresentazione del cielo, come la veste marrone di Giuseppe, simbolo d’umiltà, sono elementi mutuati dalla iconografia propria dell’arte sacra, nel tempo divenuti particolari costanti della cultura presepiale.

La tradizione vuole che il Bue e l’Asinello rappresentino rispettivamente gli Ebrei ed i pagani. Mentre i Re Magi rappresenterebbero le tre popolazioni del mondo allora conosciuto: Europa, Asia ed Africa, infatti sarebbero un persiano – che reca oro in dono -, un arabo meridionale – che offre l’incenso – ed un etiope – che con sé porta la mirra.

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