Unità Pastorale di Botticino

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Miracolo dell’amore!

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 Che cosa può comunicare un sacerdote vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento ad un padre di famiglia del XXI secolo? Che cosa può mai dire un uomo spentosi nel 1912 alla gente di oggi?
 A primo acchito nulla. Perché dunque il Papa si accinge a proclamarlo santo, indicandolo al mondo come esempio cristiano da seguire? E poi, che cosa significa per me, abitante di Botticino Sera, avere un compaesano che sale agli onori degli altari?
 Ogni domenica, entrando in chiesa, vedo quel pulpito dal quale un tempo, tanti e tanti anni fa, don Arcangelo Tadini predicava. La sua voce ora non risuona più in chiesa, altre voci l’hanno sostituita; da quel pulpito più nessuno esorta il popolo di Dio a percorrere le ardue strade della fede e della carità, altri luoghi sono adibiti a ciò. Eppure qualcosa di lui rimane: la sua Opera, il suo pensiero, i suoi scritti, la sua fede, il suo eroismo quotidiano hanno superato gli stretti confini del tempo e percorso le generazioni. A noi genitori don Tadini oggi dice: “…Il compito educativo primario spetta ai genitori. Anche i maestri possono educarli, ma mai i vostri figli han tanta confidenza come con voi. I figli dipendono dai genitori… i genitori hanno l’obbligo di educare i figli alla scelta; non imporre, ma dirigere…” 
 Basterebbero queste parole per comprendere quanto il pensiero di don Arcangelo Tadini sia attuale, quanto questo prete del passato abbia qualcosa da dire all’uomo di oggi. 
 Don Tadini ha insegnato prima di tutto a noi uomini d’oggi la fedeltà. Fedeltà alle proprie responsabilità, fedeltà alle scelte, fedeltà al proprio credo. Quanta poca fedeltà c’è oggi in noi! Quanto presto svendiamo i nostri doveri, il nostro ruolo, le nostre responsabilità, la nostra fede. Quante volte preferiamo delegare ad altri ciò che invece compete a noi per scelta o vocazione. Don Tadini fu sempre fedele a se stesso, alle sue scelte, alla Chiesa e a Dio; e oggi è fatto santo. Ecco che cosa può insegnare oggi ad un padre di famiglia, ecco che cosa può dire ai suoi compaesani: “Mi aspetto da voi un miracolo di amore”. Non grandi imprese, non gesti eclatanti, non proclami solenni; semplicemente un miracolo d’amore… e l’amore lo possiamo esercitare tutti i giorni in ciò che scegliamo di fare e di essere, nelle nostre relazioni, nelle nostre professioni, nelle nostre speranze e nelle nostre preoccupazioni. Nella convinzione che qualsiasi nostro gesto, qualsiasi nostra scelta, anche i più banali in apparenza, se fatti con amore e nella fedeltà possono produrre miracoli inimmaginabili.
  Giorgio Maghella

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