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 «Qui lavoriamo per gli ultimi nel nome di don Arcangelo»

Lorenzo Rosoli

DAL NOSTRO INVIATO A BOTTICINO

Una folla di persone ha ac­compagnato sabato scorso la nuova urna col corpo di sant’Arcangelo Tadini dalla casa madre delle «sue» Suore Operaie al­la chiesa parrocchiale di Botticino Sera. La «sua» chiesa – qui fu parro­co dal 1886 fino alla morte, il 20 maggio 1912 – elevata a maggio al rango di santuario e basilica mino­re. Qui, domattina, arriverà Bene­detto XVI a venerare le spoglie del prete da lui stesso canonizzato il 26 aprile scorso. Un segno importan­te, quel «pellegrinaggio» con l’urna del santo fra la co­munità delle reli­giose fondate da Ta­dini
e la parrocchia­le. «Il segno che Ta­dini, grazie al cam­mino fatto insieme, non «appartiene» più solo alle Suore Operaie ma all’inte­ra comunità di Bot­ticino. E grazie alla canonizzazione, anche alla diocesi». A parlare è don Raf­faele Licini, parroco delle tre parrocchie presenti nel territo­rio comunale, confluite in un’unità pastorale intitolata proprio a Tadi­ni. La costruzione dell’unità pasto­rale – che ha mobilitato le comunità in un itinerario formativo e missio­nario – si è intrecciato con la risco­perta e la «condivisione» della figu­ra di Tadini, spiega il parroco. In questo memorabile 2009, la cano­nizzazione e la visita del Papa.
Cosa significa
essere il successore di un «prete sociale» e di un parro­co santo come Tadini? «Significa ri­cordarsi che se non parti dal rap­porto con Dio, il tuo impegno so­ciale rischia di essere vano». Tadini diede risposte innovative alla 'que­stione sociale' – nella scia della Re­rum novarum di Leone XIII – per­ché era un prete che arrivava al­l’impegno di carità attraverso la pre­ghiera, l’Eucaristia, l’amicizia colti­vata con Gesù. Se non è così, diventi un prete che segue le mode o che si rinchiude in chiesa», scandisce Li- cini, trent’anni esatti da sacerdote e fondatore di una comunità tera­peutica in Valle Sabbia.
Benedetto XVI rende omaggio a Ta­dini ad Anno Sacerdotale in corso. Un gesto significativo. «E una coin­cidenza singolare: la data di aper­tura dell’Anno Sacerdotale, il 19 giu­gno, è la stessa dell’ordinazione pre­sbiterale di Tadini – sottolinea Ma­ria Regina Biscella, suora operaia e postulatrice della causa di Tadini – . Quale gioia accogliere il Papa da­vanti all’urna del nostro fondatore! Noi siamo una piccola congrega­zione, appena 200 suore, presenti in Italia, Inghilterra, Burundi e Bra­sile. La nostra spiri­tualità è illuminata dal mistero dell’In­carnazione, guarda al Gesù di Nazareth che nella Santa Fa­miglia crebbe e la­vorò con mani d’uomo». Al santo fondatore
è stato dedicato un «Anno Tadiniano» che si concluderà il 21 maggio 2010. Molte le iniziative cultura­li e spirituali. Non solo: «La cosituzio­ne del Fondo Tadini da parte delle parrocchie di Bottici­no con la Pro Loco, la nostra con­gregazione e il sostegno delle a­ziende della Valverde, per aiutare le famiglie toccate dalla crisi econo­mica e dalla disoccupazione».
Ma il respiro delle Suore Operaie è globale: «Al Papa – conferma la re­ligiosa – presenteremo il progetto di un centro sociale e di formazione professionale da realizzare in Bu­rundi con l’aiuto dell’Associazione Cuore Amico». Una vigilia all’inse­gna della solidarietà, dunque. Ma anche
della bellezza. Con la nuova pala d’altare per la parrocchiale de­dicata a Tadini e realizzata dall’arti­sta armeno Yuroz; con l’opera «Me­moria dell’uomo» dello scultore Gianpietro Moretti allestita sul sa­grato; con l’incisione di Girolamo Battista Tregambe e la scultura di Lino Sanzeni che verranno donati al Papa.

© Copyright Avvenire, 7 novembre 2009
 

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